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Premio Sussurro a Medea, Gene Gnocchi e Lettieri
“La Direzione della II^ Edizione dell’Evento Internazionale Artistico-Letterario “Città di Soncino” (Cremona) è lieta di comunicarLe che Le è stato conferito il “Premio Sussurro” per la sua meritoria attività letteraria di fondatore e di organizzatore del Premio Nazionale Histonium. Il Premio Le sarà consegnato sabato 22 giugno, durante la Cerimonia di Premiazione che avrà luogo nell’antica Rocca Sforzesca di Soncino”.La comunicazione inattesa, e per questo maggiormente gradita, è arrivata nei giorni scorsi al prof. Alfiero Luigi Medea, con firma della Presidente del Premio prof.ssa Caterina Guttadauro La Brasca e del Direttore Artistico ed Organizzativo, dott. Aldo Gallina (in arte Jona).Una gratificazione che viene dalla Regione Lombardia, dove il Premio Histonium è conosciuto da tempo, in quanto, nel corso dei suoi 33 anni, tanti sono stati i poeti e gli scrittori che hanno partecipato con le loro opere inedite ed edite, ricevendo significativi riconoscimenti nella città del Vasto.Assieme al prof. Alfiero Luigi Medea, saranno premiati con la statuetta del “Premio Sussurro”, nomi di prestigio nazionale e internazionale del mondo artistico e letterario: Hafez Haidar (scrittore libanese, candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura), Ottavia Fusco Squitieri (attrice cantante), Sara Grimaldi (cantante corista di Zucchero Fornaciari), Gene Gnocchi (uomo di cultura e dello spettacolo), Antonella Biscardi (giornalista scrittrice), Gisella Donandoni (attrice), Maria Pia Ciaghi (Direttore e CEO del Il Sextante), Luigi Camilloni (Presidente e AgenParl), Felice Corticchia (regista), Francesca Cester (designer), Enkel Zhuti (ballerino insegnante), Ernando Venanzi (pittore), Pasquale Lettieri (critico d’arte), Franco Trevisan (scultore), Agazio Menniti (HairStylist), Fabio Cavallo e Rossella Rosa Bisceglia (stlisti), Henna Dena (poetessa), Andrea Giostra (scrittore), Lali Panchulidze (rappresentante della Georgia in Italia), ASD A.C. Crema 1908 Calcio a 5 non vedenti, Apostol Laura Contreras (avvocato), Oney Tapia (atleta paralimpico italiano).“Il riconoscimento – ha detto il prof. Medea – mi ripaga dell’impegno culturale svolto in tutti questi anni. Il Premio Histonium, oltre a ritagliarsi un suo ruolo in campo nazionale come manifestazione letteraria di grosso spessore, è stato anche un prezioso veicolo di promozione turistica per la nostra città del Vasto. Infatti molti poeti e scrittori, che hanno partecipato al Concorso e sono stati presenti alla Cerimonia di settembre, sono poi ritornati a passare le ferie in città, attratti soprattutto dalla bellezza del luogo”.Leggi -
Presso la Camera di Commercio di Vibo Valentia la seconda edizione del premio Shaharazad
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Napoli – Ritmo & Contemplazione al Castello di Lettere
Ritmo & Contemplazione
Lettere. Sabato 15 giugno, presso l’antico Castello di Lettere in provincia di Napoli, la F.A.P./Fonderia Artistica Popolare presenterà la rassegna Ritmo & Contemplazione.
Gli artisti daranno vita, attraverso le proprie performance, ad un singolare racconto, partendo da uno spaccato del proprio territorio.
Nel suggestivo scenario dell’imponente Castello, situato sui monti Lattari, si alterneranno poeti, artisti e musicisti.
Dall’intero progetto e dalla raccolta delle azioni artistiche nascerà un docufilm che farà da pendant al catalogo della rassegna.
Sarà presente il curatore della manifestazione, il critico d’arte prof. Pasquale Lettieri. I Cavalieri del Giglio indosseranno durante la kermesse abiti medioevali e sfileranno nelle sale del castello.
L’evento è patrocinato dal comune di Sant’Antonio Abate, dal Comune di Lettere, dal Parco Regionale dei Monti Lattari e dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Orari 9.30/13.00 – 15.00 21.00.
Titolo: Ritmo & Contemplazione
Luogo: Castello di Lettere (NA)
Data: Sabato 15 giugno 2019
Genere: Performance
Curatore: prof. Pasquale Lettieri
Orari: 9.30/13.00 – 15.00 21.00
Gli artisti: Sergio Alfano, Raffaele Amato, Alvise Caiazzo, Pasquale D’Aniello, Michele Galasso, Pasquale Galasso, Marina Langellotti, Antonio Longobardi, Ahammed Schiamin, Stefania Siani, Mena Simeoli
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Via del fiore vince l’edizione 2019 dei Pugnaloni di Acquapendente
Si è svolta Domenica 19 Maggio la consueta Festa dei Pugnaloni ad Acquapendente. Chiamata un tempo “festa di mezzomaggio”, la manifestazione risale al 1166 quando gli abitanti della città cacciarono, con armi in pugno, Federico Barbarossa e le sue truppe.
Una festa che celebra la libertà riconquistata ringraziando al tempo stesso la Madonna che avrebbe assisto la vittoria degli insorti.
Una ricorrenza celebrata fino al 1929, sospesa poi fino al 1958 quando è stata ripresa in mano dalla pro loco.Una Domenica di pioggia battente, non ha fermato l’allegria dei colori, il profumo dei fiori, la forza resa da una festa, una tradizione popolare che innalza il suo livello di anno in anno e vissuta in piena condivisione da tutta la popolazione.
La pioggia fissa ha quindi costretto ad attuare il cosiddetto “piano B Festa Pugnaloni”, stabilendo di collocare le opere in spazi al coperto presenti nel circuito cittadino, con la distribuzione indicata al fine di consentire l’esposizione dei Pugnaloni anche in caso di forte maltempo.
E’ saltato purtroppo causa maltempo tutto il programma medievale previsto nel pomeriggio: la sfilata del Corteo Storico della Città di Acquapendente e il gruppo di Sbandieratori della Madonna del Fiore, i giochi della bandiera di fronte agli Spadaccini di Soriano del Cimino.
Mentre in ritardo si è celebrata la Solenne Processione che riconduce la Statua della Madonna del Fiore alla Chiesa di S.Agostino. Al termine della stessa è stato eletto il Signore di Mezzo Maggio 2020: sarà Mattia Fioravanti di Predio Lutinanino.Per quanto riguarda i Pugnaloni, la giuria si è riunita presso la Sala del Consiglio del Comune di Acquapendente. Giuria così composta:
Prof. ALFIO MONGELLI: Scultore internazionale e presidente della Rome University of Fine Arts;
Prof. PASQUALE LETTIERI: Critico d’arte, curatore e docente di storia dell’arte e del costume all’Acc. di Belle Arti di Catanzaro;
Arch. ALESSANDRO RIDOLFI: Architetto, già presidente Ordine Architetti di Roma;
Dott. FRANCESCO ZERO: Pittore, disegnatore e scultore, direttore artistico di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo;
Dott.ssa GIULIA TORTA: Botanica;
Dott. PAOLO GANDOLA: Fotografo e regista;
Dott.ssa LETIZIA BONELLI: Giornalista e direttrice responsabile varie testate;La piazza inizia a riempirsi dal palazzo comunale iniziano a pronunciare distintamente i nomi dei vincitori dei Pugnaloni premiati. La classifica vede al primo posto Gruppo 1ª EQUIPE VIA DEL FIORE:l’icona più potente dell’Umanità si staglia su un manto di fiori colorati. Dalla rinascita del Ciliegio ischeletrito dalla sorte un anelito di vita.
Al secondo posto Gruppo SELECAO – CORTE VECCHIA: con toni che richiamano i pastelli di Matisse e la simbologia infantile di Paul Klee un movimento figurativo che lascia dentro di noi una traccia di poesia.
Terzo classificato Gruppo 1ª EQUIPE TORRE SAN MARCO: grazie ad una spazialità luminosa si evidenzia il motivo della libertà e della rinascita con un movimento di luce che da un punto focale si espande in un prisma ottico di grande pulizia esecutiva e linearità.
Quarto classificato il Gruppo 6+6 SANTO SEPOLCRO: rappresentazione enigmatica ed emblematica della condizione esistenziale dell’uomo moderno. Si evidenzia il passaggio dal grigiore e della fissità del tempo alla possibilità coloristica dell’infiorescenza.
Quinto e penultimo classificato è il Gruppo TORRE G. DE JACOPO: Funzione arte terapeutica della rappresentazione con chiari richiami alle correnti avanguardistiche in particolare il vorticismo e costruttivismo.
Ultimo classificato il Gruppo GSA – SANT’ANNA: per aver coniugato la tecnica tradizionale dei pugnaloni in un disegno pop, ma comunque di forte carica emotiva ed esistenziale.Ricordiamo che i pugnaloni di Acquapendente sono mosaici realizzati con fiori e foglie, composti su pannelli in legno di 2,6 per 3,6 metri. Una tradizione che deriva dall’usanza con cui in passato i contadini del posto celebravano la festa, sfilando dietro la statua della Madonna con pungoli ornati di fiori, la ginestra su tutti, per commemorare la battaglia contro Federico Barbarossa e al tempo stesso la fioritura del ciliegio. Di fatto i pugnaloni erano lunghi bastoni con una punta ferrata che servivano per spingere i buoi durante l’aratura.
Realizzati da 15 gruppi storici, vengono esposti nel centro storico del paese durante la festa per poi essere portati in processione nel pomeriggio ed essere premiati nella piazza del paese.
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Arteterapia tra i banchi, esperti ed esperienze a confronto a Pietrasanta
“Ritmo e contemplazione” il Prof. Lettieri, interverrà sabato 25 maggio alle ore 09:10:
Arteterapia nelle scuole. Tanti esperti e tante esperienze a confronto a Pietrasanta. L’arte come forma di benessere e strumento di inclusione sociale, sviluppo dell’empowerment dell’individuo, crescita personale, miglioramento della creatività e delle capacità comunicative: se ne parla in occasione di due convegni e due workshop in programma sabato 18 maggio e sabato 25 maggio dalle ore 8.30 alle 13.30 nella Sala dell’Annunziata nel Chiostro di Sant’Agostino. L’evento è organizzato dall’Istituto Comprensivo 2 Pietrasanta con la cooperativa sociale “Briccole Special” ed è patrocinato dal Comune di Pietrasanta, in collaborazione con l’associazione “Cuore Speciale”, “Semplicemente Genitori Onlus”, “La Città del sole” di Locri, “Ginnastica Pietrasanta” ed il Centro Arti Visive. “Scuole più sicure, accoglienti, pulite ed una maggiore collaborazione con le scuole per migliorare l’offerta didattica e sviluppare percorso di inclusione: erano questi gli impegni che ci siamo presi quasi un anno fa con i cittadini. – spiega Francesca Bresciani, Assessore alla Pubblica Istruzione – Impegni che portiamo avanti sostenendo i progetti che i due istituti ci presentano, e cercando di essere sempre presenti, vicini, alle singole iniziative. L’altro elemento importante è quello della sinergia tra più realtà come la scuola e le associazioni che si muovono sul nostro territorio. Sono una ricchezza disponibile che dobbiamo sfruttare anche all’interno delle nostre scuole”. Sulla stessa linea il Dirigente dell’Istituto Comprensivo 2, Antonio De Bidda: “E’ un bel progetto – ha spiegato – che si cala bene in un contesto artistico come quello di Pietrasanta. Il tema dell’arte nella scuola come strumento di terapia ci vede oggi essere pionieri come città e come istituto in un percorso che coinvolge tutti gli studenti”.
Gli alunni delle scuole partecipano all’iniziativa, con due settimane di workshop e laboratori educativo-ricreativo-artistici. Un’opportunità esperienziale di crescita unica e multidisciplinare, che unisce arte, danza, yoga, gioco, musica, psicologia, meditazione, mindfulness, tecniche zen, grafomotricità ed esperienze multisensoriali. “Questi due incontri – spiega la docente Chiara Castiglioni – ruotano attorno ad una parola comune: terapia ma intesa come cura. L’arte può integrarsi nella scuola, diventando parte integrante delle strategia di miglioramento dell’ apprendimento. I convegni ospitano relatori da tutti Italia, che in qualità di docenti, artisti e critici d’arte, tratteranno il tema dell’arte come terapia. L’arte – prosegue – è largamente usata nella ricerca del benessere psicofisico, per esprimere i propri pensieri ed emozioni; l’attività artistica incrementa le potenzialità individuali, la creatività e il sommerso di sensazioni che difficilmente riusciamo a descrivere a parole. L’obiettivo dei due convegni è incrementare la conoscenza di se stessi e delle proprie potenzialità, per raggiungere una condizione stabile di benessere e un buon livello di qualità della vita”.
Il progetto parte dall’esperienza maturata all’interno delle scuole di Pietrasanta: “la necessità di approcciare l’arteterapia nasce da una necessità di migliorare le capacità di comunicazione degli studenti in particolare dei ragazzi con difficoltà di apprendimento. – spiega Marina Bertagna, docente – Abbiamo lavorato sull’aspetto della creatività e della fantasia, ma anche delle emozioni e dell’esperienza personale cercando di costruire un momento di apprendimento vero e coinvolgente. L’arteterapia è una parte del percorso didattico che applico nelle mie classi già dalla prima elementare. I risultati sono straordinari in tutti i bambini: migliorano la loro capacità di comunicare, interagire e condividere”.
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I Pugnaloni di Acquapendente
Vince il Gruppo 1ª Equipe Via del Fiore
Pur essendo stata la terza domenica di maggio un giorno di pioggia battente l’allegria dei colori, il profumo dei fiori, la forza resa da una festa vissuta in piena condivisione da tutta la popolazione ne ha mantenuto il pàtos e il significato di una tradizione popolare che nella sua rappresentazione si eleva il livello di anno in anno.
Il verdetto:
Domenica 19 maggio u.s. presso la Sala del Consiglio del Comune di Acquapendente
la commissione giudicatrice del concorso Pugnaloni 2019 così composta:
Prof. ALFIO MONGELLI
scultore internazionale e presidente della Rome University of Fine Arts
Prof. PASQUALE LETTIERI
critico d’arte, curatore e docente di storia dell’arte e del costume all’Acc. di Belle Arti di Catanzaro
Arch. ALESSANDRO RIDOLFI
architetto, già presidente Ordine Architetti di Roma
Dott. FRANCESCO ZERO
pittore, disegnatore e scultore, direttore artistico di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo
Dott.ssa GIULIA TORTA
botanica
Dott. PAOLO GANDOLA
fotografo e regista
Dott.ssa LETIZIA BONELLI
giornalista e direttrice responsabile varie testate
con la seguente premessa:
I signori giudici esprimono la grande soddisfazione e gratitudine all’organizzazione che ha con la sua attenzione e professionalità curato la migliore riuscita di un evento sempre più in crescita nella conoscenza e nell’apprezzamento.
La piazza inizia a riempirsi dal palazzo comunale iniziano a pronunciare distintamente i nomi dei vincitori dei Pugnaloni premiati:
6° CLASSIFICATO
PER AVER CONIUGATO LA TECNICA TRADIZIONALE DEI
PUGNALONI IN UN DISEGNO POP, MA COMUNQUE DI FORTE
CARICA EMOTIVA ED ESISTENZIALE.
Gruppo GSA – SANT’ANNNA
5° CLASSIFICATO
FUNZIONE ARTE TERAPEUTICA DELLA RAPPRESENTAZIONE
CO0N CHIARI RICHIAMI ALLE CORRENTI AVANGUARDISTICHE,
IN PARTICOLARE VORTICISMO E COSTRUTTIVISMO.
Gruppo TORRE G. DE JACOPO
4° CLASSIFICATO
RAPPRESENTAZIONE ENIGMATICA ED EMBLEMATICA DELLA
CONDIZIONE ESISTENZIALE DELL’UOMO MODERNO.
SI EVIDENZIA IL PASSAGGIO DAL GRIGIORE E DALLA FISSITÀ
DELO TEMPO ALLA POSSIBILITÀ COLORISTICA
DELL’INFIORESCENZA
Gruppo 6+6 SANTO SEPOLCRO
3° CLASSIFICATO
GRAZIE AD UNA SPAZIALITÀ LUMINOSA SI EVIDENZIA IL
MOTIVO DELLA LIBERTÀ E DELLA RINASCITA CON UN
MOVIMENTO DI LUCE CHE DA UN PUNTO FOCALE SI ESPANDE IN
UN PRISMA OTTICO DI GRANDE PULIZIA ESECUTIVA E LINEARITÀ
Gruppo 1ª EQUIPE TORRE SAN MARCO
2° CLASSIFICATO
CON TONI CHE RICHIAMANO I PASTELLI DI MATISSE E LA
SIMBOLOGIA INFANTILE DI PAUL KLEE UN MOVIMENTO
FIGURATIVO CHE LASCIA DENTRO DI NOI UNA TRACCIA DI
POESIA
Gruppo SELECAO – CORTE VECCHIA
1° CLASSIFICATO
L’ICONA PIU’ POTENTE DELL’UMANITÀ SI STAGLIA SU UN
MANTO DI FIORI COLORATI. DALLA RINASCITA DEL CILIEGIO
ISCHELETRITO DALLA SORTE UN ANELITO DI VITA.
Gruppo 1ª EQUIPE VIA DEL FIORE
Complimenti a tutti e arrivederci all’edizione a tutto tondo del 2020
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La Natura nell’arte nella Rassegna “In mostra col Maestro” a Bellaria Igea Marina
Pasquale Lettieri ospite d’eccezione all’inaugurazione ufficiale della Rassegna
Il tema della mostra è richiamato come sempre da un celebre aforisma: “Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle” di Lev Tolstoj. Un modo per introdurre i quadri esposti che hanno appunto come tema dominante la natura in tutte le sue sfaccettature
Ospite d’eccezione il critico d’arte e professore Pasquale Lettieri, reduce proprio, tra le tante a cui presenzia, da una mostra sul grande De Chirico e che saprà affascinare i presenti con le sue riflessioni sul famoso Maestro e sull’arte contemporanea.
Accanto a lui la pittrice Lara Sarzola, che in queste serate dedicate all’arte ha sempre accompagnato i presenti con grazia e preparazione culturale attraverso il percorso artistico dei vari autori. Questa volta saranno presenti opere di Angelo Bartolini, Marco Zamagni, Richard Togo Durando, Athos Faccincani, Domenico Cancelli e della stessa Lara Sarzola.
La mostra chiuderà il 16 agosto per lasciare spazio agli altri eventi in programma per la Rassegna.
La Rassegna “In mostra col Maestro” si propone infatti di offrire visibilità a 10 artisti contemporanei, molti dei quali romagnoli, che avranno l’occasione di valorizzare i propri quadri accanto a un mostro sacro della storia dell’arte nelle 8 mostre a Tema e nelle Personali previste in calendario dal 6 Luglio al 7 Settembre.
“Angeli Scalzi Cultura e Vita” non è nuovo a queste performance e ha al suo attivo numerosi altri eventi in cui l’obiettivo è sempre quello di far conoscere giovani artisti in ogni ambito e di promuovere la Cultura in ogni suo aspetto, manifestando una rinnovata e purtroppo sempre più rara propensione al mecenatismo.
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Mostra DeChirico (CZ)
“Enigma dell’Infinito”: Le opere di Giorgio De Chirico in vetrina a San Pietro a Maida.
Circa trenta opere tra i lavori di uno degli artisti più rappresentativi della storia dell’arte del XX secolo, saranno esposte a San Pietro a Maida, dal 24 marzo al 31 marzo 2018.L’iniziativa dalla considerevole valenza culturale, porta la firma di Pasquale Lettieri, Ermenegildo Frioni e Marcello Palminteri, autorevoli curatori d’arte che hanno organizzato mostre e rassegne culturali di rilevanza nazionale ed internazionale.La manifestazione, patrocinata dal MIBACT e dalla Regione Calabria, é organizzata dalla FriArte di Roma, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di San Pietro a Maida, guidata dal sindaco Pietro Putame, con il prezioso contributo del Direttore del Marte Pietro Gullo.La location dell’evento ha ispirato gli ideatori del progetto scientifico nonché curatori della mostra, Pasquale Lettieri, Ermenegildo Frioni e Marcello Palminteri a intitolarla “Enigma dell’Infinito”, una tensione estetica fondamentale nella ricerca di un artista geniale: il più moderno, il più vivo tra gli artisti della propria generazione, il più ricco di intuito e di preveggenza, come documentano le opere esposte nella mostra di San Pietro a Maida, corredata da un elegante catalogo in italiano ed inglese.In occasione dell’inaugurazione, in programma per le ore 17.00 del 24 marzo 2018, interverranno, oltre ai curatori, il sindaco di San Pietro a Maida Pietro Putame e il direttore dell’Accademia di Belle Arti Fidia di Vibo Valentia Michele Licata. È prevista una performance del cantautore Paco Ruggiero, mentre la stilista Renè Bruzzese esporrà abiti ispirati alle opere di De Chirico.“La solitudine dell’uomo – scrive Pasquale Lettieri nel prezioso catalogo che fa da pendant alla mostra – ha trovato in De Chirico un altissimo e modernissimo poeta di intensità leopardiana. Che questo comporti, da parte del Maestro una condanna quasi totale dell’arte contemporanea non deve trarre in inganno circa la vitalità della sua presenza e della sua partecipazione alla sensibilità del tempo in cui esistiamo. Già Degas aveva detto che “Bisogna scoraggiare le arti”, e ciò non è mai stato motivo di scandalo. De Chirico semplicemente ha compreso, con enorme anticipo sui pittori della sua generazione (e questo a livello mondiale, non semplicemente nazionale), che una pittura nuova non potrà mai consistere in una novità di formule o di trouvailes, per il semplice motivo che la pittura stessa è una trouvaille. Quel che conta sul serio è la verità che vi è insita, una verità che può essere ricercata nel “mistero” metafisico come nella “bella materia” della “pittura antica”. Le visite culturali e didattiche saranno curate dal Museo Marte.Leggi -
Vittorio Mantovani presenta il suo libro, Angeli Scalzi
Mantovani nelle sue poesie coglie l’attimo fuggente e le tragedie dell’io, che avvengono mentre la sua penna riga un foglio e la sua tastiera batte una b oppure una a, oltre la soglia della percezione psicologica, in un vero schiacciamento, che è dovuto all’eccesso di immagini, di suoni, di eventi, che hanno cancellato la nozione di silenzio e di luce e quindi anche quella di rumore e di tenebre, tanto, tutto è diventato endemico, e il concetto di norma non esiste più, se non nei vocabolari etimologici, perché in effetti tutto è sconfinato, oltre il segno della bellezza, che è sempre un confine, determinando la non tracciabilità del sublime, che è automatismo e alterità. Mantovani sorprende le capacità nomenclari della parola, come accidente strutturale e significativo, che dello stesso linguaggio come griglia a priori, soggetta a mutazioni per crescita e decrescita, in un farsi e in un disfarsi, continuo, che è fisiologico, ma che oggi comincia ad apparire come palesemente inadeguato. E se questo è vero, in termini epistemologici ed ermeneutici vuol dire che questo aspetto del linguaggio di Mantovani, nella sua varietà denotativa e connotativa, che comprende la verbalità e la scritturalità, l’inventività e la sperimentalià e tutte le crescenze dovute all’universo aperto delle medialità, materiali e immateriali, se non affrontato nella sua multilateralità e in una frequentazione continua, che ne permetta l’accompagnamento in tutte le sue fasi riformistiche e rivoluzionarie, sia nelle evoluzioni pacifiche, che negli smottamenti improvvisi, rischia di diventare il problema dei problemi, perché mette in dubbio ogni fondamento della realtà e non in via idealistica, per induzione nel pensiero filosofico, quanto per caduta nell’alienazione, che è un eccesso di materialità, di consumo, di accumulo, di scorie e di cose che non devono durare più dell’attimo mentale, perché così vuole il capitalismo planetario, votato a produrre, produrre, senza sosta. Nelle poesie di Vittorio Mantovani ritroviamo il sublime, erede, nel suo grande contenitore indicibile ed ineffabile, delle misure della bellezza, della libertà espressionistica, dell’emozione, della gestualità, del nomadismo, della sperimentazione, della teatralità della scena, del segreto di un laboratorio sapienziale e facturale, del grande teatro del mondo e della sua immensa volta celeste, conturbante aura fantastica e cappa insostenibile, che caratterizza, rizomaticamente ed atmosfericamente il nostro tempo. Una poesia che si configura come un grande contenitore, informe, elastico, pronto ad assumere la forma di tutto quello che contiene dentro, cambiando di continuo il suo modo di apparire, la sua transeunte morfologia, fatta di tutte le imperfezioni e le titubanze che vengono a scontrarsi, quando tutto è stasi e sembra movimento, quando tutto è movimento e sembra stasi.
Nei suoi versi tutto si svolge nel segno dell’imprevedibile, che cambia continuamente i linguaggi e il rapporto tra di loro. Gli eventi concreti, tangibili, un tramonto, il mare, una confessione, un fiore, uno sguardo, una sensazione, non sempre riescono ad avere una corrispondenza con quelli immaginari e con quelli verbali, perché hanno ritmi diversi. Quasi concetti utopistici, che non corrispondono a niente, oltre la fisica dei materiali o, specularmente, sperimentali, che necessariamente sono privi di nomenclatura, in quanto, imprevedibili, originali.
Nella raccolta “Angeli scalzi” è contenuto tutto, anche la bellezza, come pura potenzialità, che si articola in molte stilistiche e tipologie, che hanno in comune la forza debordante della ricerca, come dato della disseminazione, come effetto collaterale della smisuratezza, che richiede, di volta in volta, la concretezza dell’attualità, altrimenti resta confinata nel nulla.
Nei momenti di accelerazione dei versi (che rappresentano la regola della modernità), tutto viene travolto, dalla continua mutazione, terminologica, iconica, formale, in una concezione sperimentale che non si può mai annullare, neanche nei momenti di ritorno all’ordine, di nuova linfa della tradizione e della concettualità, perché c’è una asistematicità, una fibrillazione, che in Mantovani è psicologia della fantasia e dei luoghi comuni, contaminazione tra individualità e agglomerazione di stati di memoria, di vita vissuta e di desideri, proiettati in ogni manifestazione non utilitaristica del sé.
Si determinano, così, tanti e tanti, percorsi personali, costruiti sul pontile della libertà e della ricerca, nell’area di una centralità culturale, spirituale, che deve presiedere alla creazione della singolarità, dello spessore in cui ognuno misura se stesso, nell’invisibile dei segni, dei desideri, delle speranze, delle delusioni e del visibile, che vuole fuggire al nulla, apparire, essere.
La persistenza della memoria per il poeta, fa da strato, da comune riferimento, che non è solo linguaggio tecnico, ma un modo di esprimersi, fatto di confluenze e di alchimie, di desideri e di paure, di sogni e di ossessioni, che Vittorio Mantovani porta con sé, come bagaglio reale e virtuale, che mette a disposizione del nuovo e del diverso, combinandosi con le valenze disseminanti e affabulanti, della dimensione babelica del mondo.
Fonte:one-magazine.it
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