• Incontro Letterario Internazionale Città di Soncino

    On: 13 Maggio 2019
    In: News
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    Tra i premiati il Critico d’arte Pasquale Lettieri

    Una tre giorni culturale avrà luogo il 21/22/23 giugno a Soncino, un paese che è un grande Museo, perché le sue strade sono state percorse da innumerevoli vicende storiche, hanno fatto da sfondo ad una storia lunghissima e unica. L’intento è di rendere questo Borgo Medievale sede di un evento che si possa ripetere con cadenza annuale. L’edizione dello scorso anno, come tutto ciò che è agli esordi, è consistita in un incontro prettamente letterario, con presentazione di libri di narrativa e sillogi poetiche di autori italiani e stranieri.

    Il buon riscontro di pubblico e critica avuto l’anno scorso alla prima edizione, ha spinto l’ideatore e Direttore Artistico Aldo Gallina in arte Jona e la Presidente Caterina Guttadauro la Brasca ad ingrandire da 1 a 3 giorni la Kermesse ormai Internazionale, a non limitarla più soltanto alla Letteratura, bensì includere anche altre forme artistiche. Parteciperanno, nelle varie categorie letterarie, artistiche, sportive, personaggi di grande caratura, che riceveranno riconoscimenti e premi per il loro operato. Così sarà scandito l’evento: il 21 giugno apertura con una Mostra collettiva di pittura e scultura nella Filanda, luogo storico perfettamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, a cui parteciperanno:

    • Antonella Giapponesi Tarenghi (Pittrice)
    • Pietro Silvestro (Pittore)
    • Giuliano Cardellini (Poeta Pittore Scultore)
    • Giovanni Ronzoni (Poeta Pittore Scultore)
    • Joan Josep Barceló i Bauçà (Poeta Pittore)
    • Sergi García Lorente (Fotografo Artista)
    • Jona (Poeta Pittore Scultore)

    La seconda giornata si terrà il 22 giugno, ad accoglierci la magica atmosfera della Rocca, che si erge non più come fortezza di un passato di lotte, ma come baluardo della Cultura, nel cui nome si dovrebbe sempre sanare qualsiasi conflitto. Sperando che ci assista il bel tempo (niente paura abbiamo una sala di riserva), si inizierà con un Incontro Letterario Internazionale presieduto dalla Scrittrice Caterina Guttadauro La Brasca con Scrittori e Poeti italiani e stranieri che potranno, in breve, raccontarsi e citare le loro opere. I versi poetici e i brani letti saranno recitati da Daniela Bresciani e dall’attore doppiatore Stefano Falbo.

    Parteciperanno:

    • Hafez Haidar (Scrittore)
    • Margaret Ann Waddicor (Poeta)
    • Damià Rotger Miró (Poeta)
    • Giuseppe Vultaggio (Poeta)
    • Cristiano Meneghel (Scrittore)

    Seguiranno le premiazioni di personalità eccellenti, ognuno nel settore di propria pertinenza. Riceveranno una preziosa pergamena personalizzata e motivata unitamente ad una Scultura creata per l’occasione, che si chiamerà “Sussurro”, da una fortunata opera dello Scultore Jona, il cui titolo ben si presta all’intento di veicolare la Cultura e l’Arte con toni sommessi ma coinvolgenti. Si vuole dimostrare che un sussurro è talvolta più forte di un grido che sconvolge ma che può spegnersi e non lasciare traccia. Si alterneranno quindi personalità della Cultura, dello Spettacolo, del Giornalismo, con la Partecipazione Straordinaria di GENE GNOCCHI Uomo di Cultura e dello Spettacolo, OTTAVIA FUSCO SQUITIERI Attrice e Cantante e SARA GRIMALDI Cantante e Corista di Zucchero Fornaciari.

    I Premiati saranno:

    • Ottavia Fusco Squitieri (Attrice Cantante)
    • Gene Gnocchi (Uomo di Cultura e dello Spettacolo)
    • Sara Grimaldi (Cantante, Corista di Zucchero Fornaciari)
    • Hafez Haidar (Scrittore)
    • Antonella Biscardi (Giornalista Scrittrice)
    • Gisella Donadoni (Attrice)
    • Mariapia Ciaghi (Direttore e CEO de Il Sextante)
    • Luigi Camilloni (Presidente AgenParl)
    • Alfiero Luigi Medea (Presidente Premio Histonium)
    • Felice Corticchia (Regista)
    • Francesca Cester (Designer)
    • Enkel Zhuti (Ballerino-Insegnante)
    • Ernando Venanzi (Pittore)
    • Pasquale Lettieri (Critico d’Arte)
    • Franco Trevisan (Scultore)
    • Agazio Menniti (Hairstylist)
    • Andrea Giostra (Scrittore)
    • Lali Panchulidze (Rappresentante della Georgia)
    • ASD A.C. Crema 1908 Calcio a 5 non vedenti
    • Apostol Laura Contreras (Avvocato) in Video-presentazione

    Tra l’incontro letterario e la premiazione ci sarà una sfilata di moda dello stilista Fabio Cavallo con acconciature dell’Hairstylist Agazio Menniti e il trucco di Rossella Rosa Bisceglia. Il tutto sarà impreziosito dalle poesie di Henna Dena accompagnata all’Arpa da Federica Bregoli che ci proporrà nella serata anche altri brani solistici.

    All’interno della Rocca saranno esposte sculture in bronzo del M° Franco Trevisan e sarà allestita una mostra fotografica/poetica nata dalla collaborazione artistica tra Jona e il fotografo Francesco Premoli fondatore del “Soncino Photo Group” i quali saranno presenti per immortalare i momenti più significativi attraverso i loro scatti.

    Le prime due serate saranno presentate da Laura Magnani (Conduttrice televisiva) e Patrizia Lovato (Attrice, Modella, Inviata televisiva).

    Le riprese video saranno effettuate dal filmmaker Giovanni Zanotti e la video-grafica sarà a cura del videomaker e regista Mario Bonetti.

    Il catering di fine serata sarà a cura della società cooperativa sociale INCHIOSTRO rappresentata dai suoi giovani allievi e insegnanti, un momento importante di inclusione sociale.

    L’evento sarà patrocinato dal Comune e dalla Proloco di Soncino, ovviamente non mancheranno i mezzi di comunicazione territoriali e nazionali. Per finire la serata, una cena offerta a tutti i partecipanti in un locale caratteristico di Soncino.

    Il 23 giugno, domenica, l’evento si concluderà, la mattina con una visita guidata per le vie del Borgo e la sera con un concerto in Rocca della “Soncino Percussion Ensemble” diretta dal M° Luca Vanoli.

    Il sito internet ufficiale dell’evento è www.ilics.it, siamo presenti in Facebook con la pagina ufficiale “ilics.it”.

    Per avere informazioni su come riservare gratuitamente i posti a sedere e partecipare anche al catering finale, inviare una richiesta di informazioni all’email a segreteria@ilics.it. L’entrata è libera.

     

    Fonte: OneMagazine.it

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  • THEO VAN DE GOOR ‘VISIONS AND DEMONS’

    On: 13 Maggio 2019
    In: Mostre, News
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    Visions and Demons’ è la prima personale italiana dell’artista fiammingo Theo Van de Goor, che include incisioni a puntasecca, oli e sculture ready-made.

    Ispirato alle favole e ai miti, l’epopea fiabesca di Theo Van De Goor racconta la storia dell’eterna lotta dell’uomo tra bene e male.

    _____________________________________________

    Theo van de Goor è un artista olandese ispirato a favole, miti e diavoli.  Cresciuto in una fattoria in un piccolo villaggio di fede cattolica romana nella parte meridionale dei Paesi Bassi, Theo popola il suo lavoro di animali, demoni e creature mitologiche.

    Ha dipinto se stesso come un missionario arrabbiato, come un soldato romano, come un indiano americano e come un demone. Ha realizzato incisioni su se stesso come Beelzebub e Apollyon. Dalle nature morte alle scene mitiche, bibliche e classiche e ancora alle favole e agli autoritratti, il suo lavoro racconta l’eterna lotta dell’umanità tra il bene e il male.

    “Dato che ero il più giovane di quattro fratelli, non mi hanno mai voluto nelle loro avventure; ero troppo lento, quindi sono rimasto a casa e presto il disegno è diventato il mio mondo.

    Una volta chiesi a mia madre di disegnarmi qualcosa così da poterne imparare. Che cosa? Un cane. Oggetto del mio desiderio. Lì sulla carta volò in rapida successione un punto per un occhio, una linea per la coda, e improvvisamente un piccolo cane prese vita. Sono stato sopraffatto!

    Da allora, l’amore per il disegno non mi ha mai abbandonato.”

    THEO VAN DE GOOR
    VISIONS AND DEMONS’
    Curatore: Stefania Minutaglio
    Contributo critico di:  Prof. Pasquale Lettieri

    11 [HellHeaven] Art Gallery
    11 Maggio – 05 Giugno 2019
    Via Giulia 103/A  Roma IT

    Links:
    https://11art.gallery/2018/11/06/theo-van-de-goor/
    https://www.artsy.net/show/11-hellheaven-visions-and-demons

    11 [HellHeaven] LLC

    Registered Office: 478 E Altamonte DR 108-450, AltamonteSprings, FL 32701
    Showroom in Roma:Via Giulia 103/A  Roma, IT
    Showroom in Miami2200 Biscayne Blvd Miami, FL
    Opening Time: Tue to Sat
    11 a.m. to 6 p.m. or under appointment

    Owner and DirectorStefania Minutaglio
    Art DirectorDaniele Belardo
    Sales Manager: David Ascoli

    Phone: Rome +39 06 4521 4974  | Miami +1 305 434 4081
    General inquiriesinfo@11art.gallery
    Presspressoffice@11hellheaven.it
    Showroom in Romaroma@11art.gallery
    Showroom in Miamimiami@11art.gallery

    Fonte: OneMagazine.it

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  • Lucio Fontana: Oltre la materia

    On: 9 Aprile 2019
    In: Mostre, News
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    Continua fino al 14 aprile la mostra di Lucio Fontana al Metropolitan Museum di New York. On the threshold, Lucio Fontana. Sulla soglia, il titolo della più importante retrospettiva negli ultimi quarant’anni dell’artista negli Usa. La tempestività è fondamentale nella determinazione delle sorti di una vicenda complessa come quella dell’arte, che appartiene al sistema dell’economia e della cultura, in quanto superato quell’attimo favorevole, tutto lascia     il tempo che trova ed anche l’invenzione, più intelligente diventa sterile. Questo accade, appunto, alla mostra di Lucio Fontana, On the threshold, proprio nel momento in cui si registrano, per sue opere sul mercato internazionale, quotazioni a due cifre, in milioni di euro, inimmaginabili, fino a poco tempo addietro. Opere presentate in modo mirabile nelle sale espositive del Metropolitan Museum di New York, colore nero, rosa, oro, rosso, bianco, giallo, in cui sono rappresentate tutte le tipologie del suo lavoro inventivo, sculture, ceramiche, quadri su tela, in un pieno di tagli, buchi, varchi, da lui inventati, per permettere al suo pensiero formale di entrare nello spazio verticale alla superficie e sperimentare una nuova idea di contaminazione con il tempo, nella sua determinazione di respiro esistenziale, pur rimanendo all’interno di una tradizione artistica consolidata, essenzialmente tonalistica, in cui le sculture sembrano fatte implodere, con un risucchio di sprofondamento che porta nell’inaspettato, nell’imprevisto e i quadri vengono coperti da strati di colore e poi spaccati, lacerati, con colpi netti che dettano un tessuto di discontinuità. Fontana accentua le caratteristiche alchemiche e barocche che avevano già caratterizzato la sua stagione figurativa, a partire dal suo mitico Uomo nero, di fine anni Trenta, confermandosi con l’aspetto estetico delle nuove scoperte scientifiche, scaturite da Einstein, traendone tutte le conseguenze che gli appaiono necessarie nel suo inseguimento dell’ignoto, che non è solo concettuale, ma per lui, essenzialmente visivo.

    La pittura viene sforzata in un ambito di pittoscultura, leggibile come fosse un bassorilievo, ma questo lo possiamo considerare un aspetto secondario, rispetto alla sua direzionalità che è quella di penetrare nelle coordinate del sublime, che sono senza misure e senza equilibri formali, che appartengono alla bellezza, di cui lui si ritiene fuori. Le sculture sono lavorate con una sorta di tecnica invasiva, con fenditure che spaccano la pelle della continuità, quasi a volerci entrare dentro, per guadare nel caos di un ignoto, segnando la fine delle certezze poetiche di una temporalità e di una spazialità, superate dalle nuove conoscenze che imponevano la necessità di rompere con la bidimensionalità, lavorando per discontinuità, per salti nel vuoto, concepiti come un itinerarium alla quarta dimensione, quella della durata, che è ritenuta la vera forma delle cose. La sua genealogia linguistica lo pone nell’olimpo degli innovatori, di quelli che hanno coniugato l’originalità, in senso ricco, all’interno della cultura dell’informale, concepito come sistema analitico di una linguistica della monocromaticità, la cui tensione gestuale è fatta di segni finiti e costanti, utilizzarti come elementari alfabetiche dell’essenzialità. Siamo nella linea delle avanguardie, della crisi di tutte le discipline consolidate, come se la scoperta apocalittica del big bang avesse disperso tutto un sapere di teorie e di poetiche, per cui nulla si trova più al proprio posto e tutto tende a separarsi in dimensioni diverse, di concetti spaziali, tra teatrini ed ellissi, fino ad arrivare ad un titolo che può essere di apertura o di chiusura di ogni immaginazione e mi riferisco alla Fine di Dio.

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  • San Gregorio Art Gallery – Elio Cassarà in mostra

    On: 24 Agosto 2018
    In: News
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    Elio Cassarà

    Poetico e pittorico

    Un rosario che si snocciola con emozione ed esercizio rituale di contemplazione e di memoria, nel tragitto di un tempo breve per l’attraversamento delle ere e delle epoche, ma lungo quanto un’esistenza, dall’incedere dello zenith alle prime ombre del crepuscolo della vita di un individuo, di una generazione. Accade negli anni ottanta l’incipit che dura fino ad oggi, in una pendolarità ideale e reale, che non lascia fuori nessun attimo, per caso, ma li associa ad una coniugazione al futuro che comprende l’hic et nunc di questo presente. La mostra “Informale poetico” di Elio Cassarà, si specchia nell’animo eterno dell’Ulisse endemico che vive con noi, attorno a noi, che solo pochi si incaricano di interpretare, lasciando gli stretti vicoli dove non entra mai il sole a Palermo, neri come i colori eterni dell’antro dell’Etna. Fugge Elio ed elegge i suoi compagni visionari e maestri di dubbio, Turcato, Corpora e Foucault dagli spessi occhiali, stringendosi d’intesa con Vedova e Sanfilippo, Afro dalle pose maculate, mentre ribolle in lui tutta una trama alchimista, barocca, romantica, lunga fino all’America dell’action painting e all’Oriente del tachisme, più di ora, tempo eterno del mondo. Ma, per un Oriente ritrovato, subito una New York, dove si sono nutriti, Adolph Gottlieb e Mark Rothko. Quella di Cassarà non è una pittura banalmente naturalistica ma si tratta di uno studio sulla forma che in qualche modo recupera una visione “biologica”, “floreale” e “zoomorfa” riferita più che alle sembianze da imitare ai processi formativi della natura stessa, al suo dinamismo vitale, alla crescita degli organismi viventi, agli spazi di ambienti naturali visti da vicino. Si coglie la lezione delle avanguardie storiche che rompendo con il realismo e il naturalismo invertono il ruolo della natura e del linguaggio trasformando l’arte – come ben specificava Filiberto Menna – da una ricerca sul linguaggio della natura ad una sulla natura del linguaggio. La percezione dello spazio e del tempo proposta dal Cubismo di Picasso e dal Futurismo di Boccioni sono state agli inizi del secolo scorso una messa in discussione dello spazio euclideo e del tempo newtoniano a favore di uno spazio antiprospettico con più punti di vista e un tempo relativo legato al movimento e all’accelerazione. La visione di Cassarà è il risultato di un progressivo allontanamento da una realtà presunta oggettiva, assoluta, uguale per tutti, che ha visto sviluppi sempre più radicali di una modernità estrema. Se la ricerca astratta e informale, geometrizzante e materico- gestuale, ha negato totalmente la rappresentazione e l’interpretazione del vero, un certo informale italiano ha privilegiato una strada più poetica, che ha avuto nello storico dell’arte bolognese Francesco Arcangeli uno dei maggiori teorici e sostenitori. Questa pittura che mantiene viva una espressività appartenente all’arte che non rinuncia all’emozione, sia che si tratti del primitivismo di Giotto, dell’umanesimo di Piero della Francesca, del romanticismo di Turner, del cubismo di Picasso, del neoplasticismo di Mondrian o dell’action painting di Pollock. Cassarà si pone su questa linea di sviluppo dell’arte, che sperimenta nuove forme ma con un atteggiamento non di rottura. Non c’è dialettica fra il passato e il presente ma una continuità, che avvicina gli artisti di ieri con quelli di oggi, capaci sempre di interiorizzare la conoscenza attraverso una percezione, che affina i sensi e la sensibilità. Le immagini sono sempre attraversate da solchi metamorfici, di una natura evolutiva in cui si contaminano il colore e i sogni, in un modo a volte lineare e adesivo, a volte complicato e intrusivo, con un quid visionario che traspare sempre, come in un diario in pubblico, da cui sembra stagliarsi il profilo di Ezra Pound dei Pisan Cantos scritti in una gabbia, “grande” come una gogna. Nel suo viaggio alla ricerca di sé, si è accresciuto il fantasma della mente, che prima scriveva piccoli appunti da taccuino, da sacca del viandante, poi è passato a misure cattedrali, ad una architettura dipinta dove sono rappresentate immagini informi e memorie di sogni. Il tutto è come un codice personale a chiave, che ha bisogno di una ermeneutica, capace di resistere alle tante seduzioni della somiglianza e non lasciarsi scacciare dalle durezze e dalle stranietà babeliche. E Venezia c’è sempre, con le sue sfumature evanescenti, come una protettrice discreta, che si defila, appare e non appare, suggerisce e rassicura, senza essere mai paesaggio o maschera, ma linguaggio sottile, che ha imparato dal mondo, tanto quanto, ha insegnato al mondo, entrando nella post modernità, dopo avere saltato la modernità, a piè pari. Tutto è attuale, in questa disseminata distesa presentata dal corpus di Cassarà, in più di venti opere dove si può trovare tutto, a patto di saper vedere, di trovare uno spirito di contemplazione, senza appiattirsi nel delirio dalla tautologia, dove tutto quello che c’è è lì di fronte a te, mentre dell’altro c’è, sempre, un quid, una trasparenza, il richiamo di una vecchia parete, scaglie di sole e di mare, di cui Elio è maestro e noi una semplice margherita.

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  • AD ARMONIE D’ARTE FESTIVAL “MADRE TERRA. IL CANTO DEGLI ALBERI”

    On: 20 Agosto 2018
    In: News
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    Una giornata straordinaria dedicata a MADRE TERRA, il 20 agosto 2018 nel suggestivo Parco Archeologico SCOLACIUM a Roccelletta di Borgia (CZ), all’interno del Festival Armonie d’Arte, si concluderà alle ore 22.00 con il nuovo spettacolo della Compagnia Teatrale BA17, MADRE TERRA. Ascolta il canto degli Alberi. La suggestiva musica del polistrumentista Oscar Bonelli, accompagnato dalla sensuale danza orientale di Stefania Amira, che celebra le fasi del mondo, e dalle voci magnetiche delle artiste in scena, Lucia Grillo (USA), Letizia Trunfio (Bruxelles), Angelica Artemisia Pedatella e Ivana Pantaleo (Italia), guiderà gli spettatori in una esperienza unica a contatto con la natura vegetale e . Durante lo spettacolo gli spettatori avranno la possibilità di ascoltare la voce amplificata che le piante producono e che l’orecchio non è abituato a percepire, grazie ad una particolare tecnologia che ne permette l’amplificazione. L’impatto emotivo dell’esperienza è unico. La compagnia, diretta dai due artisti calabresi Angelica Artemisia Pedatella e Vincenzo Pupello, ideatori e registi dell’opera, da qualche mese impegnata in operazioni di sensibilizzazione e diffusione culturale sul tema della tutela ambientale, in accordo con la direttrice artistica del Festival Chiara Giordano e grazie alla speciale collaborazione con il prof. Pasquale Lettieri, presenta l’iniziativa allo scopo di promuovere nel circuito artistico l’attenzione a tematiche fondamentali per il territorio, riportando anche in Calabria, per l’occasione, artiste che da tempo lavorano all’estero pur avendo origini calabresi, per una concreta valorizzazione dei talenti di questa terra e la creazione di un network internazionale che porti all’estero l’immagine positiva della Calabria. Lo spettacolo è frutto del progetto della compagnia per una Campagna di Sensibilizzazione e prevenzione degli incendi, già patrocinato dalla Protezione Civile Regione Calabria. La giornata è pensata per aprire uno spazio culturale di vero e proprio contatto tra il pubblico e la natura che il Parco archeologico offre. Attivando tutte le facoltà, dal gusto (grazie agli eventi di degustazione previsti nella giornata) alla vista, all’impatto emotivo dello spettacolo finale, ogni spettatore avrà la possibilità di vivere una giornata del festival secondo una prospettiva assolutamente inedita. Alle ore 17.00 verrà aperta la mostra diffusa L’albero racconta l’albero dell’artista Nicola Scanga e alle ore 18.00 sarà presentato il dibattito aperto alla stampa sul tema della Moda non violenta e dei rapporti tra Arte, Natura e Comunicazione sociale con il prof. Pasquale Lettieri, in rappresentanza della Camera della Moda Regione Calabria e dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, con le creazioni della eco-stilista Ivana Pantaleo, già performer dello spettacolo, con il giornalista e presidente del Premio Muricello, Antonio Chieffallo, con la dott.ssa Caterina Rijllo, rappresentante e co-fondatrice del #CollettivoDonnePerLItalia che sostiene la Campagna fin dal suo nascere e con la presenza di Alessandra Laterza, madrina del progetto e coraggiosa operatrice culturale, direttrice di un centro di cultura per la rivalutazione della periferia, che ha sposato il progetto di promozione dell’eccellenza calabrese.

    A celebrare la conclusione del dibattito e aprire la serata sono previste le esibizioni del tenore Amerigo Marino e della ballerina Samuela Piccolo.

    Info e prenotazioni:  +39 366. 43 62 321

    www.armoniedarte.com/spettacoli/madre-terra/

    www.facebook.com/CompagniaTeatraleBA17/

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  • La Natura nell’arte nella Rassegna “In mostra col Maestro” a Bellaria Igea Marina

    On: 19 Luglio 2018
    In: Eventi, News
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    Pasquale Lettieri ospite d’eccezione all’inaugurazione ufficiale della Rassegna

     

    Inaugurazione ufficiale lunedì 6 agosto alle ore 21 per la Rassegna di pittura “In mostra col Maestro” che già da giorni sta attirando curiosi ed esperti di arte nel raffinato spazio espositivo di via Paolo Guidi 42 a Bellaria Igea Marina. Un appuntamento ormai imperdibile, organizzato dal Circolo culturale Angeli Scalzi Cultura e Vita, che ha visto decine di villeggianti affollarsi per ammirare i quadri di 10 artisti contemporanei a fare da degna cornice ad un grande Maestro della pittura. Dopo Botero e Soffici sarà la volta dell’immenso Giorgio De Chirico.

    Il tema della mostra è richiamato come sempre da un celebre aforisma: “Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle” di Lev Tolstoj. Un modo per introdurre i quadri esposti che hanno appunto come tema dominante la natura in tutte le sue sfaccettature

    Ospite d’eccezione il critico d’arte e professore Pasquale Lettieri, reduce proprio, tra le tante a cui presenzia, da una mostra sul grande De Chirico e che saprà affascinare i presenti con le sue riflessioni sul famoso Maestro e sull’arte contemporanea.

    Accanto a lui la pittrice Lara Sarzola, che in queste serate dedicate all’arte ha sempre accompagnato  i presenti con grazia e preparazione culturale attraverso il percorso artistico dei vari autori.  Questa volta saranno presenti opere di Angelo Bartolini, Marco Zamagni, Richard Togo Durando, Athos Faccincani, Domenico Cancelli e della stessa Lara Sarzola.

    La mostra chiuderà il 16 agosto per lasciare spazio agli altri eventi in programma per la Rassegna.

    La Rassegna “In mostra col Maestro” si propone infatti di offrire visibilità a 10 artisti contemporanei, molti dei quali romagnoli, che avranno l’occasione di valorizzare i propri quadri accanto a un mostro sacro della storia dell’arte nelle 8 mostre a Tema e nelle Personali previste in calendario dal 6 Luglio al 7 Settembre.

     “Angeli Scalzi Cultura e Vita” non è nuovo a queste performance e ha al suo attivo numerosi altri eventi in cui l’obiettivo è sempre quello di far conoscere giovani artisti in ogni ambito e di promuovere la Cultura in ogni suo aspetto, manifestando una rinnovata e purtroppo sempre più rara propensione al mecenatismo.

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  • Gaeta: Mostra di Franco Miele

    On: 15 Giugno 2018
    In: Mostre
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    Figure delle origini, figure dell’altrove 

    Mostra di Franco Miele con la partecipazione di Salvatore Bartolomeo

    Sabato 16 giugno 2018 alle ore 18 la Pinacoteca comunale di Gaeta presenta una mostra retrospettiva di Franco Miele (Formia 1924-Roma 1983) con l’esposizione di una quarantina di opere del maestro formiano gentilmente concesse dai figli Andrea e Elena. Nell’ambito della mostra, Salvatore Bartolomeo, pittore e concittadino di Franco, espone alcuni suoi dipinti eseguiti con modalità tecniche e sensibilità tendenti all’astrazione che tuttavia, a ben guardare, aprono una possibilità di dialogo con  quelli di Franco, quasi a testimoniare l’amicizia che legò l’allora giovanissimo Salvatore al già affermato Franco.

    Franco Miele è stato un poliedrico protagonista del dibattito artistico italiano del secondo dopoguerra del Novecento come giornalista, scrittore, docente, critico d’Arte e pittore con numerose partecipazioni alle più importanti collettive nazionali del tempo, come la Biennale di Venezia, La Triennale di Milano e la Quadriennale di Roma, inserito tra i grandi artisti dell’area romana.

    E’ nota la sua posizione critica a sostegno dell’Arte figurativa che evidenzia con articoli sui giornali e pubblicazioni sull’Arte, tra cui “Introduzione all’Arte moderna” e “La polemica sull’astrattismo” del 1958, ”L’Avanguardia tradita” del 1973.

    Nella qualità di docente di Accademia si è sempre battuto per l’incremento delle ore da dedicare alle discipline artistiche nelle scuole primarie e secondarie per arricchire il livello culturale dei giovani.

    Negli ultimi periodi di attività si è interessato dell’Arte russa e spagnola.

    Nel  trentacinquesimo anniversario della morte i due figli hanno voluto donare alla Pinacoteca Comunale di Gaeta due opere del papà facendo così nascere l’occasione di questa mostra che oltre a inserirsi perfettamente nella linea di ricerca della Pinacoteca sull’Arte nel territorio del Golfo , onora un gesto che lancia un forte segnale di collaborazione tra Formia e Gaeta, due città che a partire dalle attività culturali e turistiche dovrebbero procedere unite e con una programmazione coordinata a tutto vantaggio delle rispettive comunità.

    Interverranno  al Vernissage il prof. Marcello Carlino e del prof. Pasquale Lettieri che illustrerà una ricostruzione dell’attività di Franco Miele soprattutto  come critico e storico dell’arte.

    La mostra resterà aperta secondo gli orari della Pinacoteca fino al 15 luglio 2018 salvo proroghe.

     

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  • Galleria Nea: “Trasparenza e colore” dedicata alle opere di Emblema

    On: 4 Giugno 2018
    In: Mostre, News
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    Giovedì 4, alle ore 19.00, si inaugura presso la Nea (Via Costantinopoli 53 – piazza Bellini 59) la mostra Trasparenza e colore, dedicata a Salvatore Emblema, protagonista della corrente denominata Spazialismo.

    L’esposizione, a cura di Pasquale Lettieri, riaccende l’interesse sul pittore di Terzigno, scomparso nel 2006 a 77 anni. “La vera pittura è nella Natura” diceva Emblema; per essere la realtà stessa creazione e composizione. L’itinerario artistico di Emblema inizia nel 1948, con una serie di composizioni costruite con foglie essiccate, pietre e minerali raccolti alle falde del Vesuvio. Dopo un breve e incompleto corso presso l’Istituto Statale d’Arte di Napoli, si reca a Roma e entra in contatto con Carlo Levi e Ugo Moretti. Nel 1956 realizza la sua prima personale alla Galleria San Marco e comincia a sperimentare l’uso delle tele di sacco per le sue opere.Il mondo del cinema e della moda si interessano alla sua attività: collabora con Fellini e disegna modelli e stoffe per Schubert. Si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta gli studi di Pollock e Rothko. 

    Tornato in Italiastabilisce una feconda relazione con il critico Giulio Carlo Argan che diventerà suo esegeta e promotore e gli presenterà Lucio Fontana. Questo incontro porta Emblema a riflettere sui temi dello spazio e della materia che fa da supporto alla creazione pittorica.

    Nascono tele di sacco nelle quali, sottraendo alcuni fili della tessitura, si intravede dietro di esse: “Non è più solo superficie e forma – chiariva l’artista – ma volume che esce dalla bidimensionalità e collabora con la luce. È come l’omerica Penelope – continuava – che trova la sua via di salvezza nello sfilare e disfare il già compiuto per restare fedele all’Odissea della pittura”.

    Frase aforistica che rispecchia la suggestione di una pittura modulare che fu coerenza di vita. Nel 1972 rifiuta la cattedra di pittura offerta dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; riceve una consacrazione definitiva presso la Biennale di Venezia. Seguiranno importanti riconoscimenti presso il Metropolitan Museum di New York, gli Uffizi di Firenze, il Palazzo Reale di Napoli.

     

    Fonte: Repubblica.it

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  • Giovanna Benzi: ”Non solo nuvole”

    On: 11 Aprile 2018
    In: Mostre, News
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    Dopo la mostra monumentale del maestro Ugo Nespolo, un altro importante evento impreziosisce gli immacolati saloni del Palazzo Clerici a Cuggiono, in esposizione circa quaranta tele che ci introducono alla complessità espressiva della pittrice Giovanna Benzi, con la sua personale dal titolo “Non solo nuvole”.

    Pablo Picasso diceva “Anche una rosa se ben dipinta può essere rivoluzionaria”.  E io mi chiedo: “E se fossero nuvole”? La risposta ce la dà l’artista di origini milanesi Giovanna Benzi, che ha fatto delle nuvole il motivo unico della sua rappresentazione pittorica. Opere concettuali o iperreali? Io direi poesia di amore e libertà. Ed ha creato con esse un rapporto empatico, di interscambio sentimentale, rivoluzionario nella sua essenzialità. Una rivoluzione, intesa come accelerazione del tempo, dei cambiamenti, non solo del senso comune, ma anche delle consapevolezze individuali e sociali, continua e ineguagliabilmente complessa, dei linguaggi verbali, immaginari  e multimediali, che sempre più somiglia ad un caleidoscopio, dove tutto riesce ed incastrarsi col tutto, costituendo un universo di segnali e di segni, che poi finiscono per avere un codice qualsiasi, che rivoluzioni, anche solo per un attimo, il nostro comune senso della percezione, oppure costituisce un nuovo modo di sentire, senza più ritorno, separando nettamente, un prima da un dopo. Queste le nuvole che sono sotto i nostri occhi, metafora e speculum dell’esistenza umana, esse lambiscono  i nostri sensi, con tanta soffice delicatezza, così diversa dalle violenze a cui siamo antropologicamente abituati, che rischiano di passare inavvertite, mentre sconvolgono e continuano a sconvolgere i più consolidati parametri, su cui si fondano i nostri paradigmi conoscitivi, quelli che ci permettono di mettere in questione noi stessi e il mondo, l’infinitamente piccolo e invisibile, che si conferma come la fonte più sicura delle informazioni che riguardano noi tutti e l’universo che sta sotto gli atomi, fino ad ipotizzare che in questa direzione potremo scoprire l’origine stessa dell’universo e già parliamo di una prossima conoscenza dei cosiddetti mattoni di Dio, mentre l’infinitamente grande e  altrettanto invisibile, si mostra sempre più come il distendersi vettoriale verso il sistema solare e verso le mete intergalattiche, ipotizzando cronologie dell’ordine di miliardi di anni luce e velocità che superino quella della luce. Ammirare le opere della Benzi, per noi significa capire che siamo come le nuvole, pronti a trasformarci continuamente, anche in senso fisico, vista la capacità chimica (e oggi diremo anche clinica) di intervenire sulla forma, attenuandone o modificandone la morfologia e variare al variare del tempo, adattando le nostre caratteristiche culturali, morali ed etiche in modo da non essere travolti dalla corrente continua degli eventi, delle progettualità e delle derive e seguire le trasformazioni, in modo da esser sempre in sintonia, in sincronia, il che vuol dire anche in critica e in dissenso, con quello che accade, nel reale e nel virtuale, per non essere preda di teorie superate, di linguaggi mitizzati, di retoriche rituali, tutte quelle cose che in passato hanno presieduto alla nascita, alla crescita, al declino e alla morte delle civilizzazioni e delle civiltà.

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    Escluse le posizioni  di apocalitticiintegrati, che appartengono a due estremismi dogmatici, che non riescono a leggere le conservazioni e le trasformazioni, come insuperabili molecolarità della vita materiale e delle sue proiezioni culturali, in continua interazione tra il reale e il virtuale e viceversa, i primi destinati ad essere spazzati via dalla storia, i secondi  impastati tra infrarossi e ultravioletti, tutte le altre posizioni, sono accettabili e direi necessarie, per coltivare le memorie del passato e farle diventare energie della vita, ricordando che tutti gli innovatori, anche quelli oggi santificati, sono stati o pazzi o eretici e spesso le due cose insieme. Le nuvole della Benzi sanno stare insieme, si impalmano, si fondono, si corteggiano, si adagiano al cielo come nel Pantheon. Pantheon in religione, come luogo della reciproca riconoscibilità in cui si può stare gli uni accanto agli altri, senza infastidirsi reciprocamente, senza considerare la diversità come un difetto, anzi considerandola come un plus, quasi una perfezione. Un luogo sintesi di tutti i luoghi, dove non è necessario avere padrini, ma basta esserci, occupando il proprio posto e rispettando quello degli altri, anzi facendosene garante.

    Giovanna Benzi dipinge il sublime, erede, nel suo grande contenitore indicibile ed ineffabile, delle misure della bellezza, della libertà espressionistica, dell’emozione, della gestualità, del nomadismo, della sperimentazione, della teatralità della scena, del segreto di un laboratorio sapienziale e facturale, del grande teatro che è sopra di noi e della sua immensa volta celeste, conturbante aura fantastica e cappa insostenibile, caratterizzata, rizomaticamente ed atmosfericamente dalle nuvole.

    Esse si configurano come un grande contenitore, informe, elastico, pronto ad assumere la forma di tutto quello che contiene dentro, cambiando di continuo il loro modo di apparire, la loro transeunte morfologia, fatta di tutte le imperfezioni e le titubanze che vengono a scontrarsi, quando tutto è stasi e sembra movimento, quando tutto è movimento e sembra stasi.

     

    Pasquale Lettieri

     

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