La solennità dell’Ascensione nel mondo dell’arte

Pasquale Lettieri | Arte, Critica e Visioni Contemporanee

Ne parliamo con il professor Pasquale Lettieri, storico e critico d’arte napoletano, per scoprire come i grandi maestri hanno rappresentato il ritorno di Cristo al Padre

La Chiesa cattolica domenica primo giugno (ma sarebbe più corretto dire già dai primi Vespri di sabato 31 maggio), celebra la solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo, a 40 giorni dopo la Pasqua.
Ma come l’arte – e in particolar modo quella sacra – hanno interpretato questa solennità?
Lo chiediamo in questa intervista al noto ed apprezzato critico e storico dell’arte napoletano, il professor Pasquale Lettieri.

Professor Lettieri, in che modo l’arte si è occupata dell’Ascensione del Signore?

“Bisogna sempre ed opportunamente ricordare che grosso modo, l’arte religiosa nasce attorno al Medio Evo e nello specifico, l’Ascensione è stata di fatto trattata per prima e con rilievo dalla iconografia di scuola bizantina, non sempre orientale, ma penso a quella ravennate con qualche eccezione.”

Facciamo qualche esempio…

“Vado col pensiero alla Miniatura dai cosiddetti Vangeli di Rabbula, pergamena di 34 centimetri per 27, presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, del sesto secolo dopo Cristo. Possiamo definire questo il primo esempio di arte sacra in tema di Ascensione.
Si vede il Cristo ascendere in una mandorla di luce e 4 angeli, un carro rosso, il tutto con sole e luna. Vicini al Cristo, altri due angeli in posa orante.
Un’altra importante raffigurazione è costituita da un mosaico del XII secolo nella Basilica di San Marco a Venezia, nella cupola detta appunto dell’Ascensione, e segnalo l’altro mosaico di rilievo presente nel Duomo di Monreale (Palermo) del XII secolo.”

Andiamo avanti…

“Nella scuola di iconografi russi merita un posto di onore il grande Andrej Rublev, con una sua icona sull’Ascensione datata 1408 oggi presente a Mosca e un’altra conservata in Siria.”

Arte italiana…

“Va citata assolutamente l’Ascensione di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova, dove già notiamo un graduale passaggio verso il realismo, e direi persino il naturalismo che racchiude pathos e si osserva un movimento verticale.
Abbiamo maggiore dinamicità rispetto alle precedenti opere caratterizzate da fissità come appunto le divine icone.”

Proseguiamo…

“Un altro grande autore che ha dipinto l’Ascensione è Andrea Mantegna, in una splendida opera presente agli Uffizi di Firenze.
È un trittico, tempera su tavola, con Cristo benedicente ed un passaggio brullo e roccioso alle spalle.
Sentiamo già l’idea di un Cristo trionfante.
Poi non posso non citare il Perugino, che nel 1496 dipinge un polittico dove abbiamo il Signore benedicente asceso al Cielo e circondato da angeli.
È giusto menzionare anche l’Ascensione del Garofalo, datata 1510, una pala ad olio su tela.”

Quali altri autori si sono cimentati con questo tema?

“Tanti. Vorrei indicare il Tintoretto della scuola pittorica veneta che ha trattato l’Ascensione per la Chiesa di San Rocco, con i suoi caratteristici colori e un tocco fantasioso come sottolineava il primo storico dell’arte, Vasari.
Nel barocco non posso non ricordare Rembrandt, il quale nel 1636 produceva la sua Ascensione oggi custodita a Monaco di Baviera.
Abbiamo Cristo vestito di bianco e note evidenti di classicismo.”

Arte contemporanea…

“Nell’arte contemporanea, che generalmente per la secolarizzazione e scristianizzazione dei tempi non dedica grande spazio ai soggetti sacri, Salvador Dalì ha realizzato un’Ascensione che riecheggia i toni di Mantegna.
Nel 1958 dipinge un’Ascensione con il Cristo a braccia aperte in un abbraccio, colori giallo e bianco e nella raffigurazione abbiamo una sorta di atomo e un girasole, fiore che ha valenze religiose.”

Insomma,

l’arte si è occupata eccome dell’Ascensione ed è piacevole ripercorrerla con le dotte e chiare spiegazioni del professor Pasquale Lettieri.

Bruno Volpe

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