• Mino Maccari, tra satira e tenerezza

    On: 3 Marzo 2018
    In: News
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    Successo di pubblico e di critica per la mostra di Mino Maccari allestita presso l’aula magna “Pitagora” dell’Accademia di Belle Arti Fidia di Vibo Valentia. Composta da 55 tra oli, disegni ed incisioni, selezionati da Ermenegildo Frioni, esegeta e amico dell’artista, è una specie di favola o labirinto di specchi con illustrazioni satiriche pubblicate su “Il Selvaggio”, una pubblicazione che Maccari diresse ed ebbe un enorme influsso sulla politica italiana nella prima metà del XX secolo. A “Il Selvaggio” collaboravano, tra l’altro, insigni artisti italiani come Curzio Malaparte, Carlo Carrà e Giorgio Morandi al di là della frequente censura fascista.

    Mino Maccari (Siena 1898- Roma 1989) è stato disegnatore satirico, pittore, giornalista, editore. Il padre è professore di lettere. Maccari si laurea in giurisprudenza. Partecipa come ufficiale di complemento alla prima guerra mondiale. Nel 1922 prende parte alla Marcia su Roma. Nel 1924 inizia a collaborare come grafico al settimanale “Il Selvaggio”, pubblicando le sue prime lineografie caricaturali. Tra il 1929 e il ‘31 è a Torino come redattore della “Stampa” diretta in quel momento da Curzio Malaparte. Molto intensa la sua presenza, oltre che su “Il Selvaggio”, sulle pagine di “Quadrivio”, “L’Italia letteraria”, “L’Italiano” e “Omnibus” di Longanesi, poi durante la guerra su “Primato” di Bottai e successivamente sul “Mondo” di Pannunzio, fino a “Documento” di Federigo Valli. Numerose le sue cartelle di grafica, fra cui l’Album di Vallecchi (1925), Il trastullo di Strapaese (1928), Linoleum (1931). Illustra La vecchia del Bal Bullier di Antonio Baldini (1934) e nel 1942 pubblica la cartella Album, cui seguono Come quando fuori piove e Il superfluo illustrato.

    Fino agli anni Trenta, la partecipazione alle esposizioni non è molto frequente nel 1938 tiene a una personale alla XXI Biennale di Venezia ed espone alla Galleria L’Arcobaleno di Venezia, presentato Roberto Longhi. Nel 1948 ottiene il Premio internazionale dell’incisione alla Biennale veneziana. Maccari, con la sua opera grafica “mette in luce il contrasto tra il mondo intellettuale e la realtà autentica della vita italiana, ne valuta i sintomi, li raggruppa, ne intende il valore documentario, (…) convinto che l’Italia ha il senso della sua storia in nfunzione del suo avvenire e non deve essere turbata dai ‘problemi’, dalle complicazioni, dalle artificiose e deviatrici ‘necessità’”.

    Riportiamo l’intervento del curatore della mostra, il critico d’arte Pasquale Lettieri: “Di Mino Maccari ben conosciamo la vita, l’arte, la tecnica pittorica e i soggetti prediletti. Conosciamo l’amore per la donna e per lo scandaloso che non solo cercò, ma visse in prima persona. Maccari fu innanzi tutto un artista irriverente e provocatore: come non esitò a dipingere le prostitute e il loro mondo, non si tirò indietro sul fronte della satira. Così abile nel tratto e nella grafica, Maccari fu un artista vorace e vitale: la sua esistenza fu brillante e piena, instancabile osservatore, riservò uno sguardo più
    benevolo alla donna, riservando tutta la sua spietata ironia ai detentori del potere.

    Amante della figura umana in ogni suoi difetto e debolezza, l’artista con il suo tratto asciutto e sintetico raccontò agli italiani il marcio del comando, cavalcando l’ondata di malcontento dovuta a continui scandali e corruzione morale. La sua visione del mondo così puntuale, tagliente e talvolta cinica, fu probabilmente dovuta alla sua stessa esperienza di vita così diversa. Riversò nel vizio, nella provocazione e in un certa insubordinazione la voglia di esistere e di segnalare la propria presenza.

    Ma quello sguardo così vivace sul mondo può nascere solo da chi ha fatto dell’ironia e soprattutto dell’autoironia l’arma per sopravvivere nella giungla umana, consapevole del proprio difetto. E chi ben conosce se stesso non potrà che guardare agli altri in modo più attento e lucido, cogliendo ogni passo falso e imprecisione, oppure ogni tenerezza e gesto d’abbandono.
    Maccari, che mai dipinse paesaggi troppo innamorato dell’uomo e del suo comportamento, fu capace di rendere bello anche ciò che era universalmente definito brutto, facendoci quasi rimpiangere il novecento”.

     

    Pasquale Lettieri per one-magazine.it

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  • Report seduta di laurea del 20 e 21 ottobre

    On: 24 Ottobre 2017
    In: Attività Accademiche
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    Vibo Valentia. Si è tenuta nei giorni 20 e 21 ottobre presso l’Aula Magna Pitagora dell’Accademia di Belle Arti Fidia con sede a Stefanaconi (VV), la cerimonia solenne per il conferimento delle lauree di I e II livello per la sessione autunnale dell’Anno Accademico 2016/2017. Interessantissimi gli elaborati presentati dai laureandi, che hanno spaziato dalle preziose ricerche monografiche su Magritte, Modigliani, Monet, attraverso gli studi etnoantropologici e tecnico/laboratoriali. Dai lavori multimediali alla produzione pittorica, grafica e scultorea, fino dentro le radici delle tradizioni degli antichi vasari e liutai calabresi e siciliani. Insomma un corpus di attività di finissima matrice accademica, sotto la guida attenta e professionale dei docenti che hanno presieduto la commissione, dal Magnifico Michele Licata ai ch.mi Antonino Francesco D’Angeli, Renè Bruzzese e Tony Afeltra. Ad esaminare i laureandi è stato il noto critico d’arte Pasquale Lettieri, Direttore del Dipartimento di Progettazione e arti applicate, sotto lo sguardo attento del commissario governativo Francesco Righini, docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Proprio quest’ultimo a conclusione dei lavori ha voluto elogiare la qualità dell’operato degli studenti e del corpo docenti della Fidia alla luce dei risultati di eccellenza presentati in sede di discussione degli elaborati finali. A rendere speciali i festeggiamenti e a fare da cornice alle attività accademiche la presenza nell’aula magna della mostra del maestro di fama internazionale Ugo Nespolo, inaugurata lo scorso 13 ottobre da Dorina Bianchi, Sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo e illustrata durante i lavori da Flaminia Frioni, attenta studiosa dell’artista.

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  • Dorina Bianchi inaugura il nuovo anno dell’Accademia “Fidia”

    On: 13 Ottobre 2017
    In: Eventi
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    Pittura, scultura, arti figurative. Ma anche cinema, scenografica, fotografia. L’Accademia di belle arti “Fidia” di Stefanaconi si apre ai nuovi linguaggi comunicativi e alle contaminazioni. Una realtà formativa che affonda le sue radici nelle solide fondamenta dell’arte del Novecento senza però disdegnare le espressioni artistiche contemporanee. Un’istituzioni di livello universitario, dalla storia trentennale, che riparte con rinnovato slancio verso un altro anno accademico. A tenere a battesimo l’avvio dei nuovi corsi, un ricco parterre di esperti e addetti ai lavori, per una cerimonia inaugurale, impreziosita dalla mostra “Time afetr time” dell’artista Ugo Nespolo, e dal taglio del nastro effettuato dal sottosegretario ai Beni culturali Dorina Bianchi.

    I lavori, introdotti dal direttore del dipartimento di Progettazione e arti applicate, Pasquale Lettieri, e dagli interventi musicali degli studenti del Liceo “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, hanno preso il via dopo i saluti del sindaco Stefanaconi, Salvatore Solano, e della stessa Bianchi, ospitando poi le relazioni del fondatore e direttore dell’Accademia “Fidia” Michele Licata, del presidente onorario della “Fidia” Ermenegildo Frione, dell’antropologo Lino Mungari e di Giuseppe Anelli, presidente della Fondazione Sapientia Mundi di Roma.

    Il primo cittadino Solano, nel rimarcare il rapporto di vicinanza e collaborazione con l’Accademia “Fidia”, «realtà universitaria che da decenni è motivo di orgoglio e di prestigio per il nostro paese», ha segnalato come «anche i centri minori siano in grado di custodire eccellenze e di esprimere potenzialità, spesso sottovalutate, che meriterebbero però ben altre attenzioni» esortando infine direttamente la Bianchi a «valorizzare di più le realtà periferiche attraverso azioni mirate».

    Dal canto suo il sottosegretario di Stato ai Beni e alle attività culturali con delega al Turismo ha esaltato il ruolo delle accademie, «sono una fucina di nuovi talenti e sono felice di essere qui ad inaugurare un nuovo anno accademico. I beni culturali – ha aggiunto Dorina Bianchi – sono per l’Italia un patrimonio inestimabile ma oggi più che scommettere sui giovani diventa particolarmente importante soprattutto per la Calabria. Questa accademia ha saputo innovare sia attraverso nuove tecnologie che attraverso lo scambio internazionale: qui oggi ci sono trenta studenti cinesi che danno una dimensione di ampio respiro a questa accademia».

    Per Michele Licata, «gli artisti, di tutte le tendenze, di tutti gli stili, di tutte le ascendenze e discendenze, sono i protagonisti della nostra accademica, in un grande territorio, mai neutro, che risente delle tracce delle grandi scuole del Novecento e che fa i conti con un oggi che non si concede distrazioni, facendo esperienza della contemporaneità in tutta la sua dimensione onirica, passionale, alienante o anche salvifica».

     

    Fonte: www.ilvibonese.it

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